Con l’esistenza di Where is my friend’s house?, da sempre è ormai di dominio pubblico la particolare sensibilità con cui Kiarostami riesce ad offrire allo spettatore la possibilità di immedesimarsi nell’innocente punto di vista di un bambino. Il film del 1987 commuove semplicemente perché non c’è nulla di più tenero di questo piccolo eroe che si getta in una mini-odissea con il solo scopo di aiutare un proprio amico, commuove perché ci sembra di scoprire l’altruismo per la prima volta e, oltretutto, nella sua forma più pura. A paragone, The Traveler (1972) è un film molto meno appariscente, più sporco sia nel lato tecnico che in quello tematico. Qassem, un bambino di 10 anni, è il contraltare del ragazzino di Where is my friend’s house?, la sua virtù non è l’altruismo ma la scaltrezza, non è bensì un eroe ma un fuorilegge. Anche in questo caso la storia è semplice, il protagonista, che vive in un piccolo paesino, vuole andare a vedere la partita della nazionale di calcio che si svolgerà a Teheran ma, per fare ciò, deve prima ottenere i soldi necessari per tale viaggio. Kiarostami, attraverso queste vignette che rimandano fortemente a film di matrice neorealista, ci mette a contatto con un piccolo mascalzone pronto a tutto pur di riuscire a racimolare la somma che gli serve, mostrando un’incredibile abilità nell’imbrogliare gli altri. Eppure, nonostante ciò, è difficile che Qassem ci stia completamente in antipatia. L’incredibile forza di The Traveler - e di Kiarostami - è tutta qui, nel scegliere di trovare sempre e comunque la purezza, anche nel volto di un bambino spesso rude ed egoista ma che, in fin dei conti, vuole solamente realizzare un suo sogno.


Con l’esistenza di Where is my friend’s house?, da sempre è ormai di dominio pubblico la particolare sensibilità con cui Kiarostami riesce ad offrire allo spettatore la possibilità di immedesimarsi nell’innocente punto di vista di un bambino. Il film del 1987 commuove semplicemente perché non c’è nulla di più tenero di questo piccolo eroe che si getta in una mini-odissea con il solo scopo di aiutare un proprio amico, commuove perché ci sembra di scoprire l’altruismo per la prima volta e, oltretutto, nella sua forma più pura. A paragone, The Traveler (1972) è un film molto meno appariscente, più sporco sia nel lato tecnico che in quello tematico. Qassem, un bambino di 10 anni, è il contraltare del ragazzino di Where is my friend’s house?, la sua virtù non è l’altruismo ma la scaltrezza, non è bensì un eroe ma un fuorilegge. Anche in questo caso la storia è semplice, il protagonista, che vive in un piccolo paesino, vuole andare a vedere la partita della nazionale di calcio che si svolgerà a Teheran ma, per fare ciò, deve prima ottenere i soldi necessari per tale viaggio. Kiarostami, attraverso queste vignette che rimandano fortemente a film di matrice neorealista, ci mette a contatto con un piccolo mascalzone pronto a tutto pur di riuscire a racimolare la somma che gli serve, mostrando un’incredibile abilità nell’imbrogliare gli altri. Eppure, nonostante ciò, è difficile che Qassem ci stia completamente in antipatia. L’incredibile forza di The Traveler - e di Kiarostami - è tutta qui, nel scegliere di trovare sempre e comunque la purezza, anche nel volto di un bambino spesso rude ed egoista ma che, in fin dei conti, vuole solamente realizzare un suo sogno.


Con l’esistenza di Where is my friend’s house?, da sempre è ormai di dominio pubblico la particolare sensibilità con cui Kiarostami riesce ad offrire allo spettatore la possibilità di immedesimarsi nell’innocente punto di vista di un bambino. Il film del 1987 commuove semplicemente perché non c’è nulla di più tenero di questo piccolo eroe che si getta in una mini-odissea con il solo scopo di aiutare un proprio amico, commuove perché ci sembra di scoprire l’altruismo per la prima volta e, oltretutto, nella sua forma più pura. A paragone, The Traveler (1972) è un film molto meno appariscente, più sporco sia nel lato tecnico che in quello tematico. Qassem, un bambino di 10 anni, è il contraltare del ragazzino di Where is my friend’s house?, la sua virtù non è l’altruismo ma la scaltrezza, non è bensì un eroe ma un fuorilegge. Anche in questo caso la storia è semplice, il protagonista, che vive in un piccolo paesino, vuole andare a vedere la partita della nazionale di calcio che si svolgerà a Teheran ma, per fare ciò, deve prima ottenere i soldi necessari per tale viaggio. Kiarostami, attraverso queste vignette che rimandano fortemente a film di matrice neorealista, ci mette a contatto con un piccolo mascalzone pronto a tutto pur di riuscire a racimolare la somma che gli serve, mostrando un’incredibile abilità nell’imbrogliare gli altri. Eppure, nonostante ciò, è difficile che Qassem ci stia completamente in antipatia. L’incredibile forza di The Traveler - e di Kiarostami - è tutta qui, nel scegliere di trovare sempre e comunque la purezza, anche nel volto di un bambino spesso rude ed egoista ma che, in fin dei conti, vuole solamente realizzare un suo sogno.

THE TRAVELER 1972

۱۹۷۲مسافر